Soft skills nella pubblica amministrazione e i concorsi pubblici

Soft skills nella Pubblica Amministrazione: cosa richiedono oggi i concorsi pubblici

Per molto tempo entrare nella Pubblica Amministrazione ha significato “trovare un posto fisso”, magari per tutta la vita. Oggi, però, questo approccio è superato.

La PA non cerca più persone che occupino una scrivania, ma risorse in grado di contribuire attivamente al funzionamento e al miglioramento dei servizi pubblici.

In questo nuovo scenario, le soft skills nella Pubblica Amministrazione stanno diventando un elemento fondamentale nella selezione del personale, anche nei concorsi rivolti a diplomati e laureati.

La PA ha bisogno di risorse, non solo di dipendenti

Gli enti pubblici si trovano oggi ad affrontare sfide complesse: innovazione digitale, semplificazione dei processi, aumento delle richieste da parte dei cittadini.

Per rispondere in modo efficace, non basta una preparazione tecnica solida: servono persone capaci di comunicare, lavorare in gruppo, adattarsi ai cambiamenti e prendere decisioni consapevoli.

In altre parole, la PA ha bisogno di risorse competenti, motivate e capaci di agire con consapevolezza, non semplicemente di dipendenti preparati tecnicamente.

 

Perché la Pubblica Amministrazione punta sulle soft skills?

Nella PA moderna, non basta più conoscere leggi, regolamenti o saper usare software gestionali. La complessità del contesto richiede competenze trasversali, come:

  • Comunicare in modo efficace
  • Lavorare in gruppo
  • Adattarsi ai cambiamenti
  • Gestire lo stress e le priorità
  • Risolvere problemi in autonomia

Le soft skills nella Pubblica Amministrazione servono a migliorare i servizi per il cittadino, facilitare la collaborazione tra uffici e gestire l’innovazione digitale.

 

Concorsi pubblici: come vengono valutate le soft skills?

Nei bandi più recenti — rivolti sia a laureati che a diplomati — le prove non si limitano più a quiz di logica o domande teoriche. Sempre più spesso, i concorsi pubblici includono anche colloqui attitudinali o motivazionali, per valutare la personalità e l’approccio al lavoro. Ma anche prove situazionali o test di gruppo, e test psicoattitudinali, che rilevano competenze comportamentali e relazionali. Infine, valutazione del curriculum, che premia anche esperienze di volontariato, tirocinio o lavori in team. Approcci che dimostrano che le soft skills nella Pubblica Amministrazione stanno diventando un vero e proprio criterio di selezione nei concorsi, accanto alle conoscenze tecniche.

Recrytera e il futuro della selezione nella PA: il nostro contributo concreto

Abbiamo parlato di quanto le soft skill siano cruciali per la Pubblica Amministrazione del futuro, ma come si traduce tutto questo in pratica? Come si può realmente innovare il processo di selezione per identificare talenti dotati di queste competenze? Noi di Recrytera non ci limitiamo a osservare il cambiamento, ma siamo attori proattivi che lo rendono possibile.

Un esempio lampante del nostro impegno è il concorso per il Ministero della Giustizia, che si è tenuto il 20 e il 21 maggio, volto a reclutare 54 Dirigenti di seconda fascia. Questo processo di selezione ha rappresentato una vera e propria rivoluzione, di cui siamo stati parte integrante.

La prima prova scritta, infatti, si è svolta interamente attraverso 20 domande a contenuto situazionale. Scenari realistici ambientati nel contesto ministeriale, ciascuno con una problematica da affrontare e tre possibili risposte: da quella più efficace a quella meno indicata. Questa metodologia è stata specificamente progettata per valutare competenze trasversali, capacità decisionali e attitudine alla leadership in contesti complessi, andando ben oltre il tradizionale approccio nozionistico. È un approccio che ha permesso di selezionare persone realmente in grado di affrontare responsabilità reali e di impatto nella Pubblica Amministrazione.

L’innovazione ha caratterizzato anche la seconda prova: ogni candidato ha lavorato su due tablet, uno per rispondere e uno per consultare i testi giuridici, con codici di accesso specifici per completare la prova. Abbiamo lavorato a stretto contatto con la commissione per predisporre contenuti esaustivi e coerenti, garantendo a tutti i candidati gli strumenti necessari per rispondere con consapevolezza ed equità.

Questo concorso segna un cambio di passo epocale nel modo di selezionare la classe dirigente della PA, e siamo orgogliosi di aver giocato un ruolo chiave nel renderlo una realtà. Il nostro impegno è continuare su questa strada, portando innovazione e professionalità per costruire una Pubblica Amministrazione sempre più competente e all’altezza delle sfide future.

 

Quali soft skills cercano oggi gli enti pubblici

Tra le competenze trasversali più richieste nei concorsi per la Pubblica Amministrazione spicca la comunicazione efficace. Saper esprimere idee in modo chiaro e conciso, sia in forma scritta che orale, è cruciale per interagire con colleghi, superiori e, soprattutto, con i cittadini. A questo si aggiunge la flessibilità e adattabilità, qualità indispensabili in un contesto in continua evoluzione come quello della PA, che richiede la capacità di gestire cambiamenti, nuove normative e diverse esigenze lavorative. Il problem solving è un’altra competenza chiave: i funzionari pubblici devono essere in grado di analizzare situazioni complesse, identificare le cause dei problemi e trovare soluzioni pratiche e innovative.

Non meno importanti sono la gestione dello stress e il lavoro in team. La PA può essere un ambiente esigente, e la capacità di mantenere la calma sotto pressione è fondamentale per garantire la continuità dei servizi. Allo stesso tempo, la collaborazione e l’abilità di lavorare in gruppo sono essenziali per il successo di progetti complessi e per il raggiungimento di obiettivi comuni. L’autonomia e lo spirito di iniziativa riflettono la capacità di agire proattivamente, assumendosi responsabilità e proponendo nuove idee per migliorare i processi e i servizi.

Infine, l’empatia e l’intelligenza emotiva sono diventate competenze imprescindibili. Comprendere e gestire le proprie emozioni, così come riconoscere quelle degli altri, favorisce un clima di rispetto e fiducia, migliorando le relazioni interpersonali e la capacità di interagire con un’utenza sempre più diversificata. Chi possiede un mix equilibrato di queste competenze trasversali ha maggiori probabilità non solo di superare le prove concorsuali, spesso strutturate proprio per valutarle, ma anche di integrarsi con successo all’interno della struttura pubblica, contribuendo in modo significativo alla sua modernizzazione e al miglioramento dei servizi offerti ai cittadini.

 

Prepararsi alle soft skills nella Pubblica Amministrazione

Se sei un diplomato o laureato interessato a un concorso nella PA, oggi devi prepararti a 360 gradi.
Studiare le materie richieste è fondamentale, ma lo è altrettanto sviluppare le soft skills e saperle dimostrare durante le prove.

La Pubblica Amministrazione cerca candidati competenti ma anche persone in grado di lavorare bene con gli altri, gestire la complessità e contribuire in modo positivo al cambiamento.

Investire sulle tue soft skills nella Pubblica Amministrazione è il passo giusto per superare i nuovi concorsi pubblici e costruire una carriera solida e gratificante.

Assunzioni Giovani nella Pubblica Amministrazione

Assunzioni Giovani nella Pubblica Amministrazione: misure e strategie del decreto PA

Con il nuovo decreto-legge n. 25 approvato il 14 marzo 2025, il Governo rilancia la sfida di rinnovare la Pubblica Amministrazione puntando con decisione sui giovani. In un contesto segnato da carenze di personale e dalla necessità di nuove competenze, arrivano misure concrete per attrarre nuove generazioni e stabilizzare chi ha già avviato un percorso nella PA.

Tra gli strumenti messi in campo, spicca l’introduzione di una quota specifica nelle assunzioni riservata a diplomati degli Istituti Tecnologici Superiori (ITS Academy). Si tratta di una novità significativa, che riconosce il valore formativo degli ITS e apre la porta della PA a profili tecnici sempre più richiesti, in particolare nei settori dell’innovazione e del digitale. Questa misura è accompagnata dalla possibilità di trasformare i contratti a tempo determinato in rapporti stabili, a condizione che il servizio svolto sia valutato positivamente e che il candidato possegga i requisiti di accesso al pubblico impiego.

Accanto all’ampliamento delle opportunità per i nuovi ingressi, il decreto punta con forza anche alla stabilizzazione del personale già in servizio. In particolare, si favorisce la continuità dei contratti nell’ambito di amministrazioni strategiche come l’Agenzia Industrie Difesa e il Ministero dell’Interno, prevedendo il rinnovo di contratti di apprendistato e percorsi di stabilizzazione per figure tecniche già inserite con contratti a termine.

Grande attenzione nel decreto è dedicata anche al settore ambientale, con l’autorizzazione all’assunzione di cinquanta esperti altamente specializzati da inquadrare come funzionari. Una quota significativa di questi posti sarà riservata a chi, negli ultimi due anni, ha lavorato a vario titolo per il Ministero dell’Ambiente attraverso società partecipate. L’esperienza maturata sul campo diventa quindi un valore riconosciuto nei percorsi concorsuali, che verranno semplificati per garantire tempi rapidi e selezioni mirate.

Infine, per garantire la continuità dei servizi sociali, viene prorogato il termine per la stabilizzazione degli assistenti sociali assunti con contratti a tempo determinato. Una scelta che mira a tutelare figure chiave nel sostegno alle fasce più fragili della popolazione e a rafforzare l’efficacia dei servizi territoriali.

Il decreto si muove così su un doppio binario: da un lato attrae nuovi giovani talenti con percorsi dedicati e strumenti di formazione come il progetto “PA 110 e lode“; dall’altro consolida le posizioni di chi ha già dimostrato competenza e impegno nel servizio pubblico. Un passo importante verso una PA più giovane, preparata e stabile.

il ruolo di osc nei concorsi a supporto delle commissioni

Il ruolo dell’OSC nei concorsi pubblici: intervista a Andrea di Recrytera

La gestione dei concorsi pubblici è stata profondamente rivoluzionata dall’introduzione di tecnologie digitali e da innovazioni nei processi organizzativi. Per comprendere meglio il ruolo fondamentale dell’Operatore di Supporto alle Commissioni (OSC), abbiamo incontrato Andrea, professionista di Recrytera, che ci ha condiviso la sua esperienza diretta e le principali sfide di questo settore in evoluzione.

Chi è l’OSC nei concorsi pubblici: intervista ad Andrea di Recrytera

Qual è il tuo ruolo specifico durante lo svolgimento di una prova di concorso pubblico? 

Mi occupo di fornire supporto alle Commissioni di Concorso, in particolar modo nelle fasi immediatamente antecedenti la prova concorsuale mi occupo della gestione dei quesiti preparati dalle Commissioni e di supportarle nel caricamento di tali quesiti all’interno della nostra piattaforma per la predisposizione delle batterie (tracce) digitali e il successivo avvio delle operazioni di identificazione e consegna dei tablet da parte degli operatori incaricati.

Quali sono le principali esigenze delle commissioni esaminatrici e come le supporti nel corso della giornata?

L’esigenza principe delle Commissioni di concorso è quella di essere supportate da una figura di riferimento in ogni fase della procedura.

In particolar modo la figura a supporto della Commissione nella giornata concorsuale gestisce gli aspetti tecnologici della procedura, produce la reportistica necessaria e restituisce un quadro sintetico dei dati relativi alle prove concorsuali.

Quali sono le attività che svolgi prima dell’inizio della prova per garantire che tutto si svolga correttamente?  

Dopo la predisposizione delle buste contenenti le prove è necessario comunicare con il DGE per accertarsi che le informazioni siano correttamente condivise e che il personale sia pronto. Accertato ciò, si dà l’autorizzazione a procedere all’apertura del checkin digitale.


In che modo Recrytera ha rivoluzionato il supporto alle commissioni esaminatrici e quali innovazioni porta nel settore? 

Recrytera ha introdotto, attraverso l’OSC, una figura a totale servizio delle Commissioni. Spesso le modalità concorsuali rappresentano una vera e propria materia a sé stante e l’OSC rappresenta una guida preziosa.

Tra le innovazioni portate nel settore da Recrytera menzioniamo la nostra piattaforma proprietaria, con la quale viene gestita l’intera procedura concorsuale in maniera sicura, trasparente ed automatizzata, dalla convocazione dei candidati alla loro identificazione sino ad arrivare alla restituzione dei risultati e all’eventuale pubblicazione degli esiti sulla piattaforma.

 

Quali strumenti e materiali devono essere sempre a disposizione della commissione durante la prova? 

La Commissione ha solitamente una sala riservata per poter predisporre in autonomia i quesiti oggetto della prova d’esame. La strumentazione sovente fornita prevede una stampante, carta, buste per inserire le prove e sigillarle.

Quali procedure segui per garantire il rispetto delle normative e la trasparenza del concorso?  

Recrytera provvede ad una continua formazione dei propri dipendenti che ci permette di stare al passo con gli aggiornamenti normativi e garantire il corretto svolgimento delle procedure in termini di trasparenza.

La piattaforma di gestione delle prove concorsuali e la soluzione Recrytera garantisce la conservazione e immodificabilità delle prove dei candidati, la correzione da parte delle Commissioni delle prove direttamente in piattaforma e garantendo il totale anonimato e quindi l’imparzialità di giudizio.

Qual è, secondo te, il valore aggiunto che Recrytera offre nell’organizzazione e gestione delle prove di concorso?

La velocità con la quale riusciamo ad avviare e portare a termine una procedura in un breve arco temporale, riuscendo a fornire al cliente un servizio a 360 gradi che inizia dalle attività di supporto alla stesura dei bandi e configurazione sul portale unico del reclutamento (InPA) fino alla restituzione delle graduatorie di concorso, passando per l’individuazione di sedi adatte, personale tecnico di supporto e della strumentazione tecnologica.

Come vedi l’evoluzione dei concorsi pubblici in Italia e il ruolo di protagonista che Recrytera può assumere in questo scenario?  

La costante innovazione tecnologica in atto porterà le procedure concorsuali a velocizzarsi e semplificarsi sempre di più, cercando di venire incontro alle sempre maggiori esigenze del “SISTEMA PAESE”.

Credo che Recrytera stia già ricoprendo un ruolo di fondamentale importanza all’interno dell’evoluzione digitale e potrà continuare a farlo, mantenendo e consolidando la propria leadership, negli anni a venire all’interno del panorama della Pubblica Amministrazione italiana e del SSN e sviluppando nuove sinergie a livello internazionale.

Quali qualità e competenze sono essenziali per chi svolge il tuo ruolo?

Tra le qualità essenziali per chi svolge il ruolo di Supporto alle Commissioni sono sicuramente la precisione e l’attenzione in tutti gli aspetti della procedura Concorsuale.

Una giusta preparazione del quadro normativo di riferimento ed una spiccata capacità a relazionarsi sono altri due elementi fondamentali per chi svolge il mio ruolo.

Decreto 25/2025 Ripam per i concorsi nei piccoli comuni

Decreto legge n. 25/2025: cosa cambia per i concorsi nei piccoli comuni

Il nuovo decreto legge n. 25/2025 introduce un cambiamento strutturale nel modo in cui le pubbliche amministrazioni gestiscono i concorsi pubblici. Al centro di questa riforma troviamo la Commissione RIPAM, che assume un ruolo centrale, operativo e strategico in quasi tutte le fasi delle procedure selettive, dando una risposta concreta alle difficoltà organizzative di molti enti locali, in particolare i comuni di piccole e medie dimensioni, spesso in difficoltà nel procedere con concorsi pubblici autonomi, tempestivi e trasparenti. Una misura pensata per semplificare, rendere più trasparente e rafforzare l’attrattività della PA come datore di lavoro.

 

Perché RIPAM diventa centrale nel decreto legge n. 25/2025

L’articolo 7 del decreto legge n. 25/2025 segna una svolta importante per il ruolo della Commissione RIPAM, che viene ufficialmente rafforzata come perno del nuovo sistema di reclutamento pubblico. In particolare, il legislatore affida alla Presidenza del Consiglio dei Ministri il compito di potenziare il Dipartimento della Funzione Pubblica, prevedendo l’istituzione di un nuovo ufficio dedicato, articolato in due servizi specifici. Questo nuovo assetto sarà supportato da un incremento dell’organico, grazie all’assegnazione fino a trenta unità di personale non dirigenziale. Tali unità potranno essere selezionate non solo all’interno dei ruoli della Presidenza, ma anche da altre amministrazioni pubbliche attraverso istituti di comando o aspettativa, ampliando così la flessibilità e la capacità operativa della struttura.

A completamento di questo rafforzamento, il decreto autorizza anche nuove risorse finanziarie da destinare al Formez PA, con l’obiettivo di sostenere lo svolgimento dei concorsi pubblici soprattutto nei comuni di piccole e medie dimensioni. Si tratta di un intervento che punta non solo ad aumentare la capacità organizzativa della Commissione, ma anche a garantire un supporto concreto e qualificato agli enti locali che spesso incontrano difficoltà nella gestione autonoma delle selezioni.

Cosa potrà fare la Commissione RIPAM

Il decreto attribuisce alla Commissione RIPAM un ventaglio di nuove competenze che ne rafforzano sensibilmente il ruolo all’interno del sistema di reclutamento pubblico. In base ai nuovi commi inseriti all’articolo 35 del decreto legislativo 165/2001, la Commissione potrà essere coinvolta non solo su richiesta delle amministrazioni, ma anche su iniziativa diretta del Dipartimento della Funzione Pubblica. Una delle innovazioni più rilevanti riguarda la possibilità, oggi prevista per legge, che RIPAM organizzi concorsi pubblici anche per singole amministrazioni e per una sola figura professionale. Questa opzione rappresenta un importante passo verso la flessibilità e la personalizzazione delle procedure, venendo incontro anche alle esigenze dei piccoli enti.

La Commissione è inoltre incaricata di gestire concorsi unici su scala nazionale, riservati a particolari finalità, come ad esempio la copertura delle quote d’obbligo previste dalla legge per l’inserimento lavorativo delle persone con disabilità, oppure il reclutamento di esperti e profili tecnici altamente specializzati in ambito digitale e di cybersicurezza, con riferimento esplicito alla transizione digitale delle pubbliche amministrazioni. Non meno significativa è l’attribuzione a RIPAM del compito di pubblicare, attraverso il Portale unico del reclutamento, gli avvisi per la selezione di figure professionali a supporto dei processi valutativi, come esperti in risorse umane, psicologi del lavoro e valutatori delle competenze, da impiegare nelle commissioni esaminatrici dei concorsi.

Infine, la Commissione dovrà redigere e trasmettere annualmente al Parlamento e al Governo una relazione sullo stato del reclutamento pubblico, con particolare attenzione ai concorsi unici centralizzati. Questo compito, apparentemente formale, in realtà ha una valenza strategica, perché introduce un elemento di monitoraggio costante e di accountability nei confronti dell’intero sistema, favorendo il miglioramento continuo delle pratiche di selezione.

Esempio concreto di concorso: prima e dopo per un piccolo comune

PRIMA DEL DECRETO
Un comune di media grandezza doveva:

  • Progettare il concorso.
  • Reperire membri per la commissione esaminatrice.
  • Affrontare costi di logistica, vigilanza, correzione prove.
  • Gestire contenziosi e pubblicazione graduatorie.

DOPO IL DECRETO 25/2025
Lo stesso comune può:

  • Delegare l’intero concorso alla Commissione RIPAM (art. 35, comma 4-quinquies).
  • Usufruire di piattaforme centralizzate, personale esperto, graduatorie trasparenti.
  • Accedere a procedure digitalizzate e semplificate, grazie anche al supporto di Formez PA.

Meno frammentazione, più efficienza nella gestione dei concorsi

Il rafforzamento di RIPAM come soggetto centrale per il reclutamento rappresenta un cambio di paradigma: meno burocrazia per gli enti, più equità per i candidati, più velocità per lo Stato. Il nuovo sistema permette anche una maggiore omogeneità nei criteri di selezione, migliorando la qualità e la comparabilità dei concorsi su scala nazionale.

Punti Digitale Facile: l'iniziativa per l'inclusione digitale

Punto Digitale Facile: l’iniziativa per l’inclusione digitale in Italia

La digitalizzazione sta rivoluzionando la vita quotidiana dei milioni di italiani, ma non tutti hanno le competenze necessarie per accedere ai servizi online in modo autonomo, per sfruttare queste nuove opportunità. Per colmare questo divario, il Dipartimento per la Trasformazione Digitale ha lanciato l’iniziativa Punto Digitale Facile, una rete di supporto diffusa su tutto il territorio italiano per aiutare i cittadini a sviluppare le competenze digitali di base. Ma vediamo insieme cosa sono, dove trovarli e l’obiettivo del progetto.

Cosa sono i Punti Digitale Facile?

I Punto Digitale Facile sono centri fisici in cui i cittadini possono ricevere assistenza gratuita per l’utilizzo dei servizi digitali pubblici e privati. Tra le principali attività supportate vi sono:

  • Attivazione e utilizzo dello SPID;
  • Accesso ai servizi sanitari online;
  • Utilizzo delle principali app governative, come IO;
  • Navigazione sicura e gestione della posta elettronica.

Questa iniziativa mira a ridurre il divario digitale, garantendo a tutti l’accesso agli strumenti digitali diventati ormai essenziali per la vita quotidiana.

Obiettivi e diffusione del progetto 

L’obiettivo del progetto è attivare e consolidare oltre 3.000 Punti Digitale Facile in tutta Italia entro il 2026, coinvolgendo regioni, comuni, enti sanitari ed enti del terzo settore. Ma, soprattutto, è quello di supportare almeno 2 milioni di cittadini, aiutandoli a migliorare le proprie competenze digitali di base.

Attualmente, sono già attivi più di 2.800 punti, grazie ai fondi del Dipartimento per la Trasformazione Digitale.

A riguardo, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione, Alessio Butti, ha sottolineato l’importanza di questa iniziativa con queste parole:

“L’inclusione digitale è una priorità per il Governo e con la campagna di promozione dei Punti Digitale Facile vogliamo raggiungere ancora più cittadini. Grazie ai fondi del Dipartimento per la Trasformazione Digitale, abbiamo già attivato oltre 2.800 punti in tutta Italia, offrendo un supporto concreto per accedere ai servizi online e sviluppare competenze digitali di base.”

Come trovare il Punto Digitale Facile più vicino

Per individuare il Punto Digitale Facile più vicino, è possibile consultare la mappa interattiva disponibile sul sito ufficiale di Repubblica Digitale. Attraverso questa piattaforma, i cittadini possono trovare rapidamente i centri di facilitazione digitale nella loro area e accedere ai servizi offerti.

L’iniziativa Punto Digitale Facile rappresenta un passo significativo verso l’inclusione digitale, offrendo un supporto concreto a chi ha difficoltà a maneggiare le nuove tecnologie e i servizi online. Grazie a questa rete di assistenza, sempre più cittadini potranno acquisire le competenze necessarie per sfruttare appieno le opportunità offerte dal digitale, diminuendo il divario tecnologico delle vecchie generazioni.

Syllabus: la piattaforma per le competenze digitali della Pubblica Amministrazione

Syllabus: la piattaforma per le competenze digitali della Pubblica Amministrazione

La digitalizzazione è al centro della trasformazione della Pubblica Amministrazione (PA) italiana, e una delle iniziative più innovative in questo ambito è la piattaforma Syllabus, progettata per supportare i dipendenti pubblici nel migliorare le proprie competenze digitali. Questo strumento, promosso dal Dipartimento della Funzione Pubblica, rappresenta una componente importante del progetto “RiFormazione PA”, mirato a rendere il personale pubblico più preparato ad affrontare le sfide della modernizzazione. E’ di recente la notizia che il Dipartimento e l’Associazione Italiana Formatori (AIF) hanno firmato un Protocollo di Intesa che mira al rafforzamento delle competenze dei responsabili delle risorse umane e sull’incremento dell’engagement dei discenti.

Che cos’è la piattaforma Syllabus?

Syllabus è una piattaforma digitale dedicata alla valutazione e al miglioramento delle competenze digitali dei dipendenti della Pubblica Amministrazione. Basata sul quadro europeo delle competenze digitali per i cittadini (DigComp 2.1), il suo obiettivo è uniformare e accrescere le competenze digitali del personale, in linea con le necessità di una PA sempre più orientata ai servizi online e alle tecnologie avanzate.
La piattaforma non è solo un luogo di formazione, ma un vero e proprio strumento strategico per monitorare le capacità digitali dei lavoratori pubblici e offrire percorsi di apprendimento personalizzati totalmente gratuiti.

Come funziona il Syllabus?

L’esperienza sulla piattaforma inizia con un test iniziale che permette ai dipendenti di valutare le proprie competenze digitali ed accedere a moduli formativi di cinque aree principali:

• Alfabetizzazione digitale
• Comunicazione e collaborazione
• Creazione di contenuti digitali
• Sicurezza informatica
• Problem solving digitale

In base ai risultati, il sistema genera un piano formativo personalizzato, che propone corsi, materiali e risorse pensate per colmare eventuali lacune. La formazione è erogata in modalità online, offrendo flessibilità ai partecipanti, che possono apprendere secondo i propri ritmi e necessità. Infine, la piattaforma consente di monitorare i progressi individuali, contribuendo a una pianificazione strategica della formazione a livello di amministrazione.

Chi gestisce Syllabus?

La piattaforma Syllabus è gestita dal Dipartimento della Funzione Pubblica, in collaborazione con enti formativi e partner tecnici che forniscono i contenuti e le risorse necessarie. La gestione avviene a livello centrale, ma ogni amministrazione pubblica può partecipare attivamente al progetto, integrando l’uso della piattaforma nella propria strategia formativa interna.
Grazie a questa gestione centralizzata, Syllabus garantisce standard uniformi e una qualità elevata dei contenuti, allineati alle migliori pratiche europee e alle esigenze specifiche della PA italiana.

A cosa serve il Syllabus delle competenze digitali?

L’obiettivo principale di Syllabus è rendere la Pubblica Amministrazione più efficiente e moderna, garantendo che tutti i dipendenti pubblici abbiano le competenze digitali necessarie per utilizzare al meglio le tecnologie disponibili. In particolare, la piattaforma serve a:

  • ridurre il divario digitale: aiuta i dipendenti a colmare le lacune nelle competenze digitali, promuovendo una maggiore inclusività;
  • migliorare i servizi pubblici: dipendenti più competenti possono utilizzare strumenti digitali per offrire servizi più rapidi, accessibili ed efficaci ai cittadini;
  • supportare la transizione digitale: contribuisce alla realizzazione degli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che include tra le sue priorità la digitalizzazione della PA.

Syllabus non è solo una piattaforma di apprendimento, ma un motore per il cambiamento culturale nella PA, incoraggiando un approccio più consapevole e innovativo alla tecnologia.

In un mondo sempre più digitale, strumenti come Syllabus rappresentano una risorsa fondamentale per accompagnare la Pubblica Amministrazione verso un futuro più connesso e sostenibile.

Attestati e certificazioni delle competenze digitali acquisite?

I dipendenti pubblici che completano i corsi sulla piattaforma Syllabus ricevono un attestato che serve sia a documentare le competenze acquisite sia come prova del percorso formativo completato.

Attestati e valore formativo

Gli attestati rilasciati dalla piattaforma validano le competenze digitali acquisite, sono infatti utili per dimostrare il livello di competenza raggiunto rispetto agli standard definiti dal quadro europeo DigComp 2.1.
Supportano la crescita professionale, e anche se non garantiscono automaticamente un avanzamento di carriera, possono essere un elemento utile per arricchire il proprio curriculum professionale all’interno della Pubblica Amministrazione.

Utilizzo per avanzamenti di carriera

La partecipazione ai percorsi formativi di Syllabus può avere un impatto indiretto sulla carriera, a seconda delle politiche di ciascun ente. In alcune amministrazioni, infatti, la dimostrazione di competenze digitali può essere un criterio per accedere a determinate posizioni o incarichi. Inoltre, le amministrazioni possono utilizzare i dati di Syllabus per pianificare percorsi di crescita individuali o collettivi, premiando chi dimostra impegno e competenze. In alcuni casi, le competenze digitali certificate potrebbero diventare un prerequisito per partecipare a concorsi interni o per accedere a determinati ruoli legati alla trasformazione digitale.

Valore strategico ai fini di un eventuale progressione verticale

Anche se il badge di Syllabus non equivale a un titolo accademico o una certificazione professionale riconosciuta esternamente, rappresenta un importante strumento per i dipendenti pubblici, sia a livello individuale che per migliorare l’efficienza della PA.
Il valore dell’attestato dipenderà anche da come le singole amministrazioni integrano questi percorsi formativi nei loro piani di gestione del personale e nelle politiche di carriera.