Il ruolo degli psicologi nei concorsi pubblici

Il ruolo degli psicologi nei concorsi pubblici: intervista al team di Recrytera

In un’epoca in cui il settore pubblico si rinnova e cerca nuove energie, la selezione dei talenti è diventata un’arte che va ben oltre il semplice curriculum. Ma cosa significa davvero individuare le persone giuste per guidare il cambiamento? Lo abbiamo chiesto a chi, ogni giorno, contribuisce a modellare il futuro delle nostre istituzioni: gli psicologi del lavoro di Recrytera. In questa intervista, scoprirete come la loro visione e professionalità stiano rivoluzionando i concorsi pubblici, mettendo al centro non solo le competenze, ma anche l’essere umano.

1. Cosa significa oggi essere psicologo del lavoro in un contesto dinamico come quello della selezione pubblica?
Essere psicologo del lavoro nella selezione pubblica oggi significa operare in un contesto caratterizzato da profondi cambiamenti e sfide complesse. Infatti, la Pubblica Amministrazione sta vivendo, dal periodo post Covid, un processo di trasformazione che richiede nuove competenze e approcci nella selezione e nella valutazione dei candidati. Inoltre, la necessità di gestire il turn over dovuto al massiccio pensionamento del personale pubblico, l’ingresso di nuove generazioni all’interno della Pubblica Amministrazione e l’esigenza di renderla attrattiva a queste, richiedono strumenti di selezione capaci di intercettare competenze diverse e aspettative professionali mutate. In questo contesto, si è reso necessario il passaggio da forme selettive rivolte principalmente alla valutazione della conoscenza a modelli che mirano alla valutazione delle competenze. All’interno di questo scenario, lo psicologo del lavoro è chiamato ad inserirsi strategicamente e ad operare in un contesto standardizzato, supportando le amministrazioni nella definizione di profili di competenza allineati alle esigenze organizzative, progettando metodologie scientificamente fondate che garantiscano validità e affidabilità, gestendo volumi elevati di candidature ma sempre operando nel rispetto del quadro normativo e mantenendo standard qualitativi elevati.

2. Qual è il contributo concreto che uno psicologo del lavoro può dare all’interno di un’azienda come Recrytera?
Lo psicologo del lavoro può offrire un contributo concreto e distintivo all’interno di un’azienda come Recrytera, portando un valore aggiunto legato alla comprensione approfondita dei comportamenti umani e delle dinamiche relazionali nei contesti organizzativi. Questo significa saper leggere ciò che accade ‘oltre’ i numeri o le procedure, introducendo prospettive nuove all’interno di processi spesso standardizzati. Attraverso competenze specifiche nella valutazione delle soft skills, nella gestione delle dinamiche di gruppo e nella promozione del benessere organizzativo, lo psicologo del lavoro può contribuire a migliorare l’efficacia dei processi di selezione, onboarding, sviluppo delle competenze e gestione del clima aziendale. Inoltre, può aiutare a intercettare segnali di criticità potenziali, facilitando una maggiore coerenza ed una maggiore integrazione tra persone, ruoli e cultura organizzativa. In questo modo, il suo intervento diventa un ponte tra l’efficienza operativa e l’attenzione al fattore umano.

3. Come cambia l’approccio psicologico quando si lavora a selezioni per concorsi pubblici rispetto al settore privato?
Nel settore pubblico, gli strumenti utilizzati nella valutazione delle competenze trasversali, nell’ambito delle procedure di selezione, hanno necessità di essere progettati in maniera strutturata e devono rispettare criteri di trasparenza, imparzialità e oggettività, mantenendo come riferimenti linee guida normative e regolamenti amministrativi, che ne delimitano la flessibilità nell’utilizzo. Tutto ciò va vissuto in termini di opportunità, raccogliendo la sfida offerta dalla Pubblica Amministrazione, per garantire selezioni oggettive, rispondenti alle esigenze espresse dalle amministrazioni, che riescano ad di individuare i migliori candidati in grado di ricoprire efficacemente il ruolo richiesto e di apportare un valore aggiunto alla struttura organizzativa.

4. In che modo supporti i processi di valutazione dei candidati nei concorsi pubblici gestiti da Recrytera?
A partire dal processo di analisi dei fabbisogni, forniamo consulenza nella progettazione delle strategie di reclutamento, dalla costruzione di bandi specifici all’individuazione di prove finalizzate a valutare le soft skills descritte nel modello delle competenze trasversali necessarie per ricoprire con successo un ruolo specifico o un insieme di ruoli in una organizzazione. L’attività di consulenza prevede anche il supporto nella descrizione del profilo professionale (job description) e delle soft skills previste per il profilo specifico. A tale scopo, integriamo le Commissioni esaminatrici, in qualità di componenti esperti nella fase di valutazione delle soft skills prevista nel processo di selezione.

5. Quanto conta la componente umana nei processi selettivi automatizzati o digitalizzati?
La tecnologia deve essere vista come uno strumento che potenzia e non sostituisce il ruolo dello psicologo. Come psicologo esperto di selezione del personale per le Pubbliche Amministrazioni, credo che la componente umana rimanga fondamentale anche nei processi selettivi digitalizzati, per diverse ragioni. Innanzitutto, il ruolo del fattore umano è insostituibile. Infatti, gli strumenti digitali possono processare dati e identificare pattern, ma l’interpretazione contestuale e la valutazione delle dinamiche comportamentali richiedono ancora il giudizio umano esperto, poiché ogni candidato è unico e può richiedere un approccio differenziato che solo l’occhio esperto può cogliere e valutare in maniera critica. Inoltre, i sistemi automatizzati possono produrre risultati che necessitano di interpretazione e validazione da parte di professionisti qualificati. L’automazione può essere molto efficace per le prime fasi di selezione (verifica requisiti, somministrazione di strumenti testistici standardizzati) e può fornire supporto alla fase valutativa ma la sintesi finale deve sempre prevedere il contributo di esperti. Dunque, l’approccio più efficace dovrebbe integrare l’efficienza della digitalizzazione con l’expertise umana, garantendo processi più rapidi ma mantenendo la qualità valutativa necessaria per identificare i migliori talenti.

6. Come si vive il lavoro in team in un’azienda come Recrytera, dove collaborano figure molto diverse tra loro?
La collaborazione con figure differenti rappresenta un elemento di grande valore. Infatti, ciascun membro del team contribuisce non soltanto con le proprie expertise specifiche, ma apporta anche una particolare prospettiva sul funzionamento e sugli obiettivi dell’organizzazione.
Questa molteplicità di sguardi consente di sviluppare una visione più completa e articolata dei progetti, dove ogni contributo arricchisce la comprensione complessiva degli obiettivi e delle strategie aziendali. Il confronto quotidiano con approcci metodologici diversi stimola un processo di apprendimento continuo che va oltre le competenze puramente tecniche.
La ricchezza di questa collaborazione sta proprio nella capacità di integrare linguaggi e logiche professionali differenti, creando un ambiente di lavoro dove la crescita individuale si alimenta della diversità del gruppo. Ogni interazione diventa un’opportunità per ampliare la propria prospettiva professionale e per contribuire in modo più consapevole e strategico al successo collettivo.
Quello che emerge da questa dinamica è una cultura aziendale basata sulla contaminazione positiva delle idee, dove la curiosità verso l’approccio dell’altro diventa un catalizzatore di innovazione. La diversità professionale si trasforma così in un vantaggio competitivo tangibile, permettendo di affrontare le sfide con maggiore creatività e flessibilità, e di offrire soluzioni più complete e innovative.

7. Quali sono le sfide più interessanti del ruolo e come si preparano per affrontarle?
La sfida più interessante del nostro ruolo è quella di conquistare la fiducia delle Amministrazioni e delle commissioni, dimostrando il valore concreto che la figura dello psicologo del lavoro può apportare ai processi di selezione pubblica. Infatti, frequentemente ci confrontiamo con un approccio inizialmente scettico, che riteniamo comprensibile considerando che la valutazione delle soft skills all’interno dei concorsi pubblici costituisce ancora un elemento di relativa novità.
Quello che rende questa sfida particolarmente stimolante è la necessità di tradurre le competenze teoriche in risultati misurabili e dimostrare attraverso l’azione come il nostro contributo possa effettivamente migliorare la qualità e l’efficacia dei processi selettivi. Non si tratta di imporre una visione, ma di integrarsi armoniosamente nei meccanismi procedurali consolidati e nelle routine operative già strutturate, portando un valore aggiunto che diventi immediatamente riconoscibile.
Per affrontare questa situazione, puntiamo sulla coerenza tra ciò che proponiamo e ciò che realizziamo. La preparazione costante, sia dal punto di vista tecnico che normativo, ci permette di consolidare la credibilità professionale e di rendere evidenti i benefici operativi che derivano dall’integrazione della valutazione delle soft skills, proponendo sempre soluzioni pertinenti e facilmente implementabili.
Il successo si misura nel momento in cui la nostra presenza non viene più percepita come un elemento aggiuntivo, ma come una componente naturale e preziosa del processo.

8. Che consiglio dare a un giovane psicologo che vuole intraprendere questa carriera?
Il primo consiglio è di sviluppare una solida comprensione del contesto normativo e procedurale che caratterizza il settore pubblico. Non basta avere competenze psicologiche eccellenti: è fondamentale acquisire una visione d’insieme dei meccanismi istituzionali, delle logiche organizzative e delle specificità che contraddistinguono questo ambito professionale. Questa conoscenza trasversale diventa la base per applicare efficacemente le proprie competenze specialistiche.
Suggeriamo inoltre di coltivare una mentalità flessibile e orientata al problem solving. Ogni situazione presenta caratteristiche uniche e richiede la capacità di adattare creativamente le proprie competenze a contesti e obiettivi in continua evoluzione. La capacità di pensare fuori dagli schemi e di trovare soluzioni innovative è spesso più preziosa della rigida applicazione di protocolli standardizzati.
È cruciale sviluppare eccellenti capacità comunicative e relazionali, poiché il successo professionale dipende largamente dalla qualità delle interazioni con interlocutori diversi per background e aspettative. Saper costruire rapporti di fiducia, mediare tra esigenze differenti e tradurre concetti complessi in linguaggio accessibile rappresenta una competenza distintiva fondamentale.
Infine, raccomandiamo di coltivare una passione genuina per l’apprendimento continuo e l’aggiornamento professionale. L’evoluzione costante del settore richiede professionisti capaci di anticipare i cambiamenti, di adattarsi rapidamente alle novità e di contribuire attivamente all’innovazione dei processi e delle metodologie.

9. In che modo la tua figura si integra nei processi di Recrytera per garantire selezioni più eque, trasparenti e orientate alla persona?
L’ integrazione della figura dello psicologo del lavoro nei processi di Recrytera si articola diversamente a seconda delle tipologie di prova, garantendo sempre equità e trasparenza attraverso approcci metodologici specifici.
Per le prove scritte, il nostro contributo si concentra principalmente sulla fase di progettazione degli strumenti valutativi. Inoltre, ci occupiamo anche della definizione di criteri di oggettivi e standardizzati, che permettano una valutazione uniforme e riducano al minimo le variabilità interpretative. Inoltre, contribuiamo all’analisi statistica dei risultati per identificare eventuali anomalie o criticità nel processo valutativo.
Nelle prove orali, invece, la nostra presenza assume un carattere più diretto e operativo. Qui possiamo mettere in campo competenze specifiche nell’osservazione delle dinamiche comportamentali e nella conduzione di colloqui strutturati, garantendo che ogni candidato sia valutato secondo parametri coerenti e trasparenti. Il nostro ruolo diventa cruciale nel rilevare non solo le competenze dichiarate, ma anche nel valutare come queste si manifestano concretamente attraverso il comportamento e l’interazione con il candidato.
Per fare un esempio: le competenze comunicative emergono non solo dal contenuto delle risposte, ma anche dalla capacità di modulare il registro linguistico e di utilizzare un linguaggio appropriato al contesto. Questo livello di osservazione permette di cogliere sfumature che vanno oltre la preparazione teorica, rivelando la reale capacità di trasferire le conoscenze in contesti operativi.
Questa osservazione multidimensionale permette di costruire un profilo più completo e realistico del candidato, che integra conoscenze tecniche e competenze trasversali in una valutazione olistica della sua idoneità al ruolo.
In entrambi i contesti, la nostra figura rappresenta un elemento di garanzia metodologica che assicura il rispetto dei principi di meritocrazia e trasparenza, adattando gli strumenti valutativi alle specificità di ciascuna tipologia di prova e mantenendo sempre al centro l’obiettivo di una selezione equa e orientata alla persona.

10. Come contribuisce la professionalità dello psicologo del lavoro a valorizzare l’approccio umano che Recrytera applica nei processi di selezione pubblica?
La nostra formazione psicologica rappresenta un elemento chiave per mantenere la persona al centro dei processi di selezione, anche quando si opera all’interno di framework normativi rigorosi. Il nostro contributo consiste nel garantire che ogni valutazione, pur rispettando i criteri di oggettività e trasparenza richiesti, tenga conto della complessità e dell’unicità di ciascun candidato.
Questo si traduce nella capacità di andare oltre una valutazione puramente tecnica, integrando una lettura più profonda delle competenze trasversali, delle motivazioni e del potenziale di crescita delle persone. Il nostro approccio aiuta a identificare non solo ciò che un candidato è in grado di fare, ma anche come si pone nei confronti delle sfide professionali e quale contributo può realmente offrire nel contesto specifico.
La nostra professionalità contribuisce inoltre a creare un ambiente di valutazione più accogliente e costruttivo, dove i candidati possono sentirsi valorizzati come persone e non solo come portatori di competenze. Questo clima di rispetto e attenzione facilita l’emergere delle reali potenzialità individuali, permettendo una selezione più accurata e significativa.
In sostanza, il nostro ruolo è quello di umanizzare processi che potrebbero altrimenti risultare impersonali, trasformando ogni momento di valutazione in un’opportunità di riconoscimento del valore umano, dove l’eccellenza tecnica si coniuga con l’autenticità della persona.

L’intervista agli psicologi del lavoro di Recrytera ci ha offerto una prospettiva chiara e stimolante: il futuro della selezione pubblica è già qui, e si basa su un’integrazione intelligente tra tecnologia e fattore umano. L’impegno di Recrytera nel portare avanti un approccio orientato alla persona, guidato da solide basi scientifiche, dimostra come sia possibile ottenere risultati eccellenti, garantendo processi equi e trasparenti. Un esempio virtuoso di come l’innovazione e l’attenzione alle persone possano camminare di pari passo, costruendo un servizio pubblico sempre più all’altezza delle sfide di domani.

ForumPA 2025: la PA del futuro è “aumentata”, umana e interconnessa 

Si è conclusa l’edizione 2025 di ForumPA, l’evento di riferimento per l’innovazione nella Pubblica Amministrazione italiana, che dal 19 al 21 maggio ha riunito al Palazzo dei Congressi di Roma migliaia di partecipanti tra amministratori pubblici, aziende, esperti e cittadini.

Automazione, intelligenza artificiale, formazione e concorsi sempre più moderni: sono queste le leve principali su cui si sta costruendo il futuro della Pubblica Amministrazione. Al ForumPA 2025 si è parlato proprio di questo: come cambia la PA nell’era digitale, quali competenze saranno necessarie, e cosa significa davvero innovare nei servizi pubblici. In questo articolo facciamo il punto sui temi emersi durante l’evento, tra interventi istituzionali, riflessioni strategiche e nuove sfide per chi guarda con interesse – o ambizione – al mondo del lavoro pubblico.

Un titolo che è già un programma: “Verso una PA aumentata” 

Il tema di quest’anno, “Verso una PA aumentata. Persone, Tecnologie, Relazioni”, ha posto al centro una visione evoluta della Pubblica Amministrazione: non solo più digitale, ma soprattutto più capace di valorizzare le persone, sfruttare in modo strategico le tecnologie, e costruire relazioni efficaci con cittadini, imprese e altri attori pubblici.

A riguardo il Ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, ha ribadito la necessità di una PA moderna, proattiva e capace di attrarre e selezionare nuovi giovani talenti:

La PA digitale non è un’opzione: è una necessità. Dobbiamo costruire un’amministrazione che sia all’altezza delle sfide contemporanee, valorizzando il merito e puntando sulla formazione continua. La tecnologia deve essere al servizio delle persone, non sostituirle”.

Persone: il reclutamento al centro della sfida organizzativa

Uno dei focus chiave emersi nei convegni è stato il rinnovamento del capitale umano pubblico. Con il turnover generazionale in pieno corso, la PA è chiamata a gestire una trasformazione profonda dei propri processi di selezione e inserimento del personale.  

In particolare, si è discusso di:  

  • Modernizzazione dei concorsi pubblici, sempre più orientati a competenze trasversali e digitali.  
  • Introduzione di prove digitali, automatizzate e personalizzate, anche attraverso l’uso dell’intelligenza artificiale per la preselezione.  
  • L’importanza della trasparenza e tracciabilità nei processi concorsuali, anche per rafforzare la fiducia dei candidati.  
  • Nuovi strumenti per il reclutamento territoriale e bandi mirati, pensati per favorire la copertura dei ruoli in aree a maggiore fabbisogno.  

Da segnalare il lancio del nuovo Portale nazionale del lavoro pubblico, pensato come hub per attrarre e orientare i giovani verso le carriere nella PA.  

Per noi di Recrytera, da anni al fianco delle amministrazioni pubbliche nell’organizzazione dei concorsi, questa fase rappresenta una svolta: l’innovazione non riguarda solo gli strumenti, ma anche e soprattutto le persone. È da qui che passa la costruzione della Pubblica Amministrazione del futuro.  

Persone: il reclutamento al centro della trasformazione della Pubblica Amministrazione 

Il rinnovamento del capitale umano pubblico è oggi una delle sfide più urgenti per la Pubblica Amministrazione. Con il turnover generazionale in atto, è in corso una trasformazione profonda dei processi di selezione, inserimento e formazione del personale. Il concorso pubblico non è più solo uno strumento amministrativo: diventa sempre più un punto strategico per costruire una PA moderna, competente e resiliente.  

Durante i vari convegni tenutisi, sono emersi alcuni assi di intervento prioritari: dalla modernizzazione dei concorsi, orientati a competenze trasversali e digitali, all’introduzione di prove automatizzate e personalizzate grazie all’intelligenza artificiale, fino all’uso di strumenti di tracciabilità per garantire trasparenza e rafforzare la fiducia dei candidati. In questo quadro si inserisce anche il lancio del nuovo Portale nazionale del lavoro pubblico, pensato come hub per attrarre e orientare i giovani verso le carriere nella PA, insieme a bandi mirati per il reclutamento territoriale.  

Francesco Federico, rappresentante del Dipartimento per la Trasformazione Digitale (DPWA), ha definito l’intelligenza artificiale come un “acceleratore esponenziale”, capace di sostituire molti processi ancora oggi manuali. Tuttavia, ha sottolineato come l’innovazione tecnologica debba andare di pari passo con una riorganizzazione profonda delle risorse umane: “Se non partiamo prima con la ricollocazione delle persone formandole su altri tipi di temi, poi abbiamo un problema: un’intelligenza artificiale che tutte le ditte vogliono avere, ma con impiegati che rischiano di restare indietro”.  

Un punto di vista condiviso anche da Greta Albicocco (AIPo – Agenzia Interregionale per il fiume Po), che ha evidenziato l’impegno della propria amministrazione nell’affrontare la transizione digitale attraverso percorsi formativi mirati, nonostante un’età media del personale piuttosto elevata: “Il cambiamento digitale va affrontato nel modo più veloce possibile. Stiamo utilizzando percorsi come Syllabus e i pacchetti formativi messi a disposizione dal Ministero”.  

Tecnologie: verso una PA intelligente, sicura e centrata sul cittadino 

A ForumPA 2025, il ruolo delle tecnologie si è confermato strategico per la costruzione di una Pubblica Amministrazione moderna e reattiva. Al centro del dibattito, l’adozione dell’intelligenza artificiale e del machine learning come leve per migliorare l’efficienza dei processi interni e offrire servizi pubblici sempre più personalizzati, semplici e orientati ai bisogni reali dei cittadini.  

La trasformazione digitale è stata raccontata non solo come una questione di strumenti, ma come una sfida sistemica che coinvolge infrastrutture, sicurezza, competenze e sostenibilità. Il cloud e il Polo Strategico Nazionale rappresentano oggi i pilastri di un nuovo ecosistema digitale, progettato per garantire affidabilità, autonomia tecnologica e una gestione sicura dei dati pubblici. L’interoperabilità tra sistemi, insieme alla cybersecurity, assume un ruolo cruciale nel proteggere la fiducia dei cittadini e nel garantire continuità operativa alle amministrazioni.  

Accanto all’innovazione tecnologica, emerge con forza la necessità di una comunicazione pubblica efficace, capace di accompagnare il cambiamento e di rendere accessibile il valore generato. Le tecnologie, infatti, non possono essere considerate neutre: è fondamentale che siano utilizzate per creare valore pubblico, rafforzare la coesione sociale e generare impatti sostenibili, soprattutto nei contesti territoriali più fragili come i piccoli comuni.  

ForumPA ha tracciato un messaggio chiaro: la vera innovazione si realizza quando tecnologia, organizzazione e cultura amministrativa evolvono insieme, al servizio di una PA più trasparente, inclusiva e capace di anticipare i bisogni della società.  

 

Collaborazione e reti: la PA come motore collettivo di innovazione 

La Pubblica Amministrazione non può innovarsi da sola. È quanto emerso con chiarezza durante ForumPA, dove è stato evidenziato come reti, partenariati e percorsi di co-progettazione siano oggi strumenti imprescindibili per affrontare con efficacia le sfide della trasformazione. Le esperienze di smart city, innovazione territoriale e digitalizzazione nei piccoli comuni rappresentano esempi concreti di come la collaborazione possa generare impatto reale.  

Un elemento chiave emerso dal confronto è stato proprio il valore delle reti tra pubbliche amministrazioni. Antonella Proietti (ENEA) ha raccontato l’esperienza della rete dei Comitati Unici di Garanzia (CUG), che da oltre dieci anni coinvolge più di 450 enti pubblici in un lavoro condiviso su temi come sicurezza, benessere organizzativo, pari opportunità e linguaggio inclusivo. “Le reti sono fondamentali – ha sottolineato – perché si condivide l’esperienza di uno e si fa squadra. Da soli si riesce a cambiare poco. Le reti fanno la differenza”.  

Una rete ben strutturata diventa infatti un potente motore di diffusione delle buone pratiche, capace di affrontare con maggiore efficacia questioni cruciali come il contrasto alla violenza di genere, la promozione del benessere nei luoghi di lavoro e la parità.  

ForumPA 2025 ha restituito così l’immagine di una PA in fermento: consapevole delle sfide ma anche delle opportunità, pronta a mettersi in gioco con nuove parole chiave – competenze, fiducia, collaborazione – che diventano la base di una nuova cultura amministrativa.  

Per noi di Recrytera, da anni al fianco delle amministrazioni pubbliche nell’organizzazione dei concorsi, questa fase rappresenta una svolta: l’innovazione non riguarda solo gli strumenti, ma anche e soprattutto le persone. È da qui che passa la costruzione della Pubblica Amministrazione del futuro. 

 

Assunzioni Giovani nella Pubblica Amministrazione

Assunzioni Giovani nella Pubblica Amministrazione: misure e strategie del decreto PA

Con il nuovo decreto-legge n. 25 approvato il 14 marzo 2025, il Governo rilancia la sfida di rinnovare la Pubblica Amministrazione puntando con decisione sui giovani. In un contesto segnato da carenze di personale e dalla necessità di nuove competenze, arrivano misure concrete per attrarre nuove generazioni e stabilizzare chi ha già avviato un percorso nella PA.

Tra gli strumenti messi in campo, spicca l’introduzione di una quota specifica nelle assunzioni riservata a diplomati degli Istituti Tecnologici Superiori (ITS Academy). Si tratta di una novità significativa, che riconosce il valore formativo degli ITS e apre la porta della PA a profili tecnici sempre più richiesti, in particolare nei settori dell’innovazione e del digitale. Questa misura è accompagnata dalla possibilità di trasformare i contratti a tempo determinato in rapporti stabili, a condizione che il servizio svolto sia valutato positivamente e che il candidato possegga i requisiti di accesso al pubblico impiego.

Accanto all’ampliamento delle opportunità per i nuovi ingressi, il decreto punta con forza anche alla stabilizzazione del personale già in servizio. In particolare, si favorisce la continuità dei contratti nell’ambito di amministrazioni strategiche come l’Agenzia Industrie Difesa e il Ministero dell’Interno, prevedendo il rinnovo di contratti di apprendistato e percorsi di stabilizzazione per figure tecniche già inserite con contratti a termine.

Grande attenzione nel decreto è dedicata anche al settore ambientale, con l’autorizzazione all’assunzione di cinquanta esperti altamente specializzati da inquadrare come funzionari. Una quota significativa di questi posti sarà riservata a chi, negli ultimi due anni, ha lavorato a vario titolo per il Ministero dell’Ambiente attraverso società partecipate. L’esperienza maturata sul campo diventa quindi un valore riconosciuto nei percorsi concorsuali, che verranno semplificati per garantire tempi rapidi e selezioni mirate.

Infine, per garantire la continuità dei servizi sociali, viene prorogato il termine per la stabilizzazione degli assistenti sociali assunti con contratti a tempo determinato. Una scelta che mira a tutelare figure chiave nel sostegno alle fasce più fragili della popolazione e a rafforzare l’efficacia dei servizi territoriali.

Il decreto si muove così su un doppio binario: da un lato attrae nuovi giovani talenti con percorsi dedicati e strumenti di formazione come il progetto “PA 110 e lode“; dall’altro consolida le posizioni di chi ha già dimostrato competenza e impegno nel servizio pubblico. Un passo importante verso una PA più giovane, preparata e stabile.

il ruolo di osc nei concorsi a supporto delle commissioni

Il ruolo dell’OSC nei concorsi pubblici: intervista a Andrea di Recrytera

La gestione dei concorsi pubblici è stata profondamente rivoluzionata dall’introduzione di tecnologie digitali e da innovazioni nei processi organizzativi. Per comprendere meglio il ruolo fondamentale dell’Operatore di Supporto alle Commissioni (OSC), abbiamo incontrato Andrea, professionista di Recrytera, che ci ha condiviso la sua esperienza diretta e le principali sfide di questo settore in evoluzione.

Chi è l’OSC nei concorsi pubblici: intervista ad Andrea di Recrytera

Qual è il tuo ruolo specifico durante lo svolgimento di una prova di concorso pubblico? 

Mi occupo di fornire supporto alle Commissioni di Concorso, in particolar modo nelle fasi immediatamente antecedenti la prova concorsuale mi occupo della gestione dei quesiti preparati dalle Commissioni e di supportarle nel caricamento di tali quesiti all’interno della nostra piattaforma per la predisposizione delle batterie (tracce) digitali e il successivo avvio delle operazioni di identificazione e consegna dei tablet da parte degli operatori incaricati.

Quali sono le principali esigenze delle commissioni esaminatrici e come le supporti nel corso della giornata?

L’esigenza principe delle Commissioni di concorso è quella di essere supportate da una figura di riferimento in ogni fase della procedura.

In particolar modo la figura a supporto della Commissione nella giornata concorsuale gestisce gli aspetti tecnologici della procedura, produce la reportistica necessaria e restituisce un quadro sintetico dei dati relativi alle prove concorsuali.

Quali sono le attività che svolgi prima dell’inizio della prova per garantire che tutto si svolga correttamente?  

Dopo la predisposizione delle buste contenenti le prove è necessario comunicare con il DGE per accertarsi che le informazioni siano correttamente condivise e che il personale sia pronto. Accertato ciò, si dà l’autorizzazione a procedere all’apertura del checkin digitale.


In che modo Recrytera ha rivoluzionato il supporto alle commissioni esaminatrici e quali innovazioni porta nel settore? 

Recrytera ha introdotto, attraverso l’OSC, una figura a totale servizio delle Commissioni. Spesso le modalità concorsuali rappresentano una vera e propria materia a sé stante e l’OSC rappresenta una guida preziosa.

Tra le innovazioni portate nel settore da Recrytera menzioniamo la nostra piattaforma proprietaria, con la quale viene gestita l’intera procedura concorsuale in maniera sicura, trasparente ed automatizzata, dalla convocazione dei candidati alla loro identificazione sino ad arrivare alla restituzione dei risultati e all’eventuale pubblicazione degli esiti sulla piattaforma.

 

Quali strumenti e materiali devono essere sempre a disposizione della commissione durante la prova? 

La Commissione ha solitamente una sala riservata per poter predisporre in autonomia i quesiti oggetto della prova d’esame. La strumentazione sovente fornita prevede una stampante, carta, buste per inserire le prove e sigillarle.

Quali procedure segui per garantire il rispetto delle normative e la trasparenza del concorso?  

Recrytera provvede ad una continua formazione dei propri dipendenti che ci permette di stare al passo con gli aggiornamenti normativi e garantire il corretto svolgimento delle procedure in termini di trasparenza.

La piattaforma di gestione delle prove concorsuali e la soluzione Recrytera garantisce la conservazione e immodificabilità delle prove dei candidati, la correzione da parte delle Commissioni delle prove direttamente in piattaforma e garantendo il totale anonimato e quindi l’imparzialità di giudizio.

Qual è, secondo te, il valore aggiunto che Recrytera offre nell’organizzazione e gestione delle prove di concorso?

La velocità con la quale riusciamo ad avviare e portare a termine una procedura in un breve arco temporale, riuscendo a fornire al cliente un servizio a 360 gradi che inizia dalle attività di supporto alla stesura dei bandi e configurazione sul portale unico del reclutamento (InPA) fino alla restituzione delle graduatorie di concorso, passando per l’individuazione di sedi adatte, personale tecnico di supporto e della strumentazione tecnologica.

Come vedi l’evoluzione dei concorsi pubblici in Italia e il ruolo di protagonista che Recrytera può assumere in questo scenario?  

La costante innovazione tecnologica in atto porterà le procedure concorsuali a velocizzarsi e semplificarsi sempre di più, cercando di venire incontro alle sempre maggiori esigenze del “SISTEMA PAESE”.

Credo che Recrytera stia già ricoprendo un ruolo di fondamentale importanza all’interno dell’evoluzione digitale e potrà continuare a farlo, mantenendo e consolidando la propria leadership, negli anni a venire all’interno del panorama della Pubblica Amministrazione italiana e del SSN e sviluppando nuove sinergie a livello internazionale.

Quali qualità e competenze sono essenziali per chi svolge il tuo ruolo?

Tra le qualità essenziali per chi svolge il ruolo di Supporto alle Commissioni sono sicuramente la precisione e l’attenzione in tutti gli aspetti della procedura Concorsuale.

Una giusta preparazione del quadro normativo di riferimento ed una spiccata capacità a relazionarsi sono altri due elementi fondamentali per chi svolge il mio ruolo.

Decreto 25/2025 Ripam per i concorsi nei piccoli comuni

Decreto legge n. 25/2025: cosa cambia per i concorsi nei piccoli comuni

Il nuovo decreto legge n. 25/2025 introduce un cambiamento strutturale nel modo in cui le pubbliche amministrazioni gestiscono i concorsi pubblici. Al centro di questa riforma troviamo la Commissione RIPAM, che assume un ruolo centrale, operativo e strategico in quasi tutte le fasi delle procedure selettive, dando una risposta concreta alle difficoltà organizzative di molti enti locali, in particolare i comuni di piccole e medie dimensioni, spesso in difficoltà nel procedere con concorsi pubblici autonomi, tempestivi e trasparenti. Una misura pensata per semplificare, rendere più trasparente e rafforzare l’attrattività della PA come datore di lavoro.

 

Perché RIPAM diventa centrale nel decreto legge n. 25/2025

L’articolo 7 del decreto legge n. 25/2025 segna una svolta importante per il ruolo della Commissione RIPAM, che viene ufficialmente rafforzata come perno del nuovo sistema di reclutamento pubblico. In particolare, il legislatore affida alla Presidenza del Consiglio dei Ministri il compito di potenziare il Dipartimento della Funzione Pubblica, prevedendo l’istituzione di un nuovo ufficio dedicato, articolato in due servizi specifici. Questo nuovo assetto sarà supportato da un incremento dell’organico, grazie all’assegnazione fino a trenta unità di personale non dirigenziale. Tali unità potranno essere selezionate non solo all’interno dei ruoli della Presidenza, ma anche da altre amministrazioni pubbliche attraverso istituti di comando o aspettativa, ampliando così la flessibilità e la capacità operativa della struttura.

A completamento di questo rafforzamento, il decreto autorizza anche nuove risorse finanziarie da destinare al Formez PA, con l’obiettivo di sostenere lo svolgimento dei concorsi pubblici soprattutto nei comuni di piccole e medie dimensioni. Si tratta di un intervento che punta non solo ad aumentare la capacità organizzativa della Commissione, ma anche a garantire un supporto concreto e qualificato agli enti locali che spesso incontrano difficoltà nella gestione autonoma delle selezioni.

Cosa potrà fare la Commissione RIPAM

Il decreto attribuisce alla Commissione RIPAM un ventaglio di nuove competenze che ne rafforzano sensibilmente il ruolo all’interno del sistema di reclutamento pubblico. In base ai nuovi commi inseriti all’articolo 35 del decreto legislativo 165/2001, la Commissione potrà essere coinvolta non solo su richiesta delle amministrazioni, ma anche su iniziativa diretta del Dipartimento della Funzione Pubblica. Una delle innovazioni più rilevanti riguarda la possibilità, oggi prevista per legge, che RIPAM organizzi concorsi pubblici anche per singole amministrazioni e per una sola figura professionale. Questa opzione rappresenta un importante passo verso la flessibilità e la personalizzazione delle procedure, venendo incontro anche alle esigenze dei piccoli enti.

La Commissione è inoltre incaricata di gestire concorsi unici su scala nazionale, riservati a particolari finalità, come ad esempio la copertura delle quote d’obbligo previste dalla legge per l’inserimento lavorativo delle persone con disabilità, oppure il reclutamento di esperti e profili tecnici altamente specializzati in ambito digitale e di cybersicurezza, con riferimento esplicito alla transizione digitale delle pubbliche amministrazioni. Non meno significativa è l’attribuzione a RIPAM del compito di pubblicare, attraverso il Portale unico del reclutamento, gli avvisi per la selezione di figure professionali a supporto dei processi valutativi, come esperti in risorse umane, psicologi del lavoro e valutatori delle competenze, da impiegare nelle commissioni esaminatrici dei concorsi.

Infine, la Commissione dovrà redigere e trasmettere annualmente al Parlamento e al Governo una relazione sullo stato del reclutamento pubblico, con particolare attenzione ai concorsi unici centralizzati. Questo compito, apparentemente formale, in realtà ha una valenza strategica, perché introduce un elemento di monitoraggio costante e di accountability nei confronti dell’intero sistema, favorendo il miglioramento continuo delle pratiche di selezione.

Esempio concreto di concorso: prima e dopo per un piccolo comune

PRIMA DEL DECRETO
Un comune di media grandezza doveva:

  • Progettare il concorso.
  • Reperire membri per la commissione esaminatrice.
  • Affrontare costi di logistica, vigilanza, correzione prove.
  • Gestire contenziosi e pubblicazione graduatorie.

DOPO IL DECRETO 25/2025
Lo stesso comune può:

  • Delegare l’intero concorso alla Commissione RIPAM (art. 35, comma 4-quinquies).
  • Usufruire di piattaforme centralizzate, personale esperto, graduatorie trasparenti.
  • Accedere a procedure digitalizzate e semplificate, grazie anche al supporto di Formez PA.

Meno frammentazione, più efficienza nella gestione dei concorsi

Il rafforzamento di RIPAM come soggetto centrale per il reclutamento rappresenta un cambio di paradigma: meno burocrazia per gli enti, più equità per i candidati, più velocità per lo Stato. Il nuovo sistema permette anche una maggiore omogeneità nei criteri di selezione, migliorando la qualità e la comparabilità dei concorsi su scala nazionale.

Punti Digitale Facile: l'iniziativa per l'inclusione digitale

Punto Digitale Facile: l’iniziativa per l’inclusione digitale in Italia

La digitalizzazione sta rivoluzionando la vita quotidiana dei milioni di italiani, ma non tutti hanno le competenze necessarie per accedere ai servizi online in modo autonomo, per sfruttare queste nuove opportunità. Per colmare questo divario, il Dipartimento per la Trasformazione Digitale ha lanciato l’iniziativa Punto Digitale Facile, una rete di supporto diffusa su tutto il territorio italiano per aiutare i cittadini a sviluppare le competenze digitali di base. Ma vediamo insieme cosa sono, dove trovarli e l’obiettivo del progetto.

Cosa sono i Punti Digitale Facile?

I Punto Digitale Facile sono centri fisici in cui i cittadini possono ricevere assistenza gratuita per l’utilizzo dei servizi digitali pubblici e privati. Tra le principali attività supportate vi sono:

  • Attivazione e utilizzo dello SPID;
  • Accesso ai servizi sanitari online;
  • Utilizzo delle principali app governative, come IO;
  • Navigazione sicura e gestione della posta elettronica.

Questa iniziativa mira a ridurre il divario digitale, garantendo a tutti l’accesso agli strumenti digitali diventati ormai essenziali per la vita quotidiana.

Obiettivi e diffusione del progetto 

L’obiettivo del progetto è attivare e consolidare oltre 3.000 Punti Digitale Facile in tutta Italia entro il 2026, coinvolgendo regioni, comuni, enti sanitari ed enti del terzo settore. Ma, soprattutto, è quello di supportare almeno 2 milioni di cittadini, aiutandoli a migliorare le proprie competenze digitali di base.

Attualmente, sono già attivi più di 2.800 punti, grazie ai fondi del Dipartimento per la Trasformazione Digitale.

A riguardo, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione, Alessio Butti, ha sottolineato l’importanza di questa iniziativa con queste parole:

“L’inclusione digitale è una priorità per il Governo e con la campagna di promozione dei Punti Digitale Facile vogliamo raggiungere ancora più cittadini. Grazie ai fondi del Dipartimento per la Trasformazione Digitale, abbiamo già attivato oltre 2.800 punti in tutta Italia, offrendo un supporto concreto per accedere ai servizi online e sviluppare competenze digitali di base.”

Come trovare il Punto Digitale Facile più vicino

Per individuare il Punto Digitale Facile più vicino, è possibile consultare la mappa interattiva disponibile sul sito ufficiale di Repubblica Digitale. Attraverso questa piattaforma, i cittadini possono trovare rapidamente i centri di facilitazione digitale nella loro area e accedere ai servizi offerti.

L’iniziativa Punto Digitale Facile rappresenta un passo significativo verso l’inclusione digitale, offrendo un supporto concreto a chi ha difficoltà a maneggiare le nuove tecnologie e i servizi online. Grazie a questa rete di assistenza, sempre più cittadini potranno acquisire le competenze necessarie per sfruttare appieno le opportunità offerte dal digitale, diminuendo il divario tecnologico delle vecchie generazioni.