Nella nuova manovra di governo, un provvedimento centrale riguarda il turnover del personale nella Pubblica Amministrazione, fissato ora al 75%. In concreto, per ogni quattro dipendenti che lasciano nel 2025 la P.A., potranno essere assunte solo tre persone. L’obiettivo dichiarato è duplice: contenere la spesa pubblica e favorire il ricambio generazionale, introducendo nuove competenze e figure professionali capaci di accompagnare la PA nella trasformazione digitale. Unica eccezione: il settore sanitario, escluso dal blocco e ritenuto prioritario. Quale sarà l’impatto del taglio delle assunzioni sulla P.A.?
La normativa 2025 sul taglio delle assunzioni nella P.A.
Dapprima una premessa necessaria: la riduzione del turn-over è solo parziale. Le Pubbliche amministrazioni continueranno ad assumere e lo faranno con numeri diversi. In quali termini? L’art. 110 del DDL Bilancio prevede che le amministrazioni dello Stato, anche ad ordinamento autonomo, le agenzie e gli enti pubblici non economici possano procedere, per l’anno 2025, ad assunzioni di personale a tempo indeterminato nel limite di un contingente di personale complessivamente corrispondente ad una spesa pari al 75% di quella relativa al personale di ruolo cessato nell’anno precedente, con una diminuzione del 25% della quota prevista a legislazione vigente (riduzione del turn over). Sebbene la normativa riguardi anche alcune esclusioni, come il personale togato delle magistrature e agli avvocati e procuratori dello Stato oppure gli enti territoriali con meno di 20 dipendenti in servizio, l’ambito di applicazione rimane comunque molto ampio.
L’impatto sulla Pubblica Amministrazione del taglio delle assunzioni
Questa misura ha ripercussioni dirette sugli enti locali, soprattutto sui Comuni, che gestiscono quotidianamente servizi fondamentali per i cittadini. La riduzione delle nuove assunzioni potrebbe infatti rendere difficile il mantenimento della qualità e della prontezza dei servizi offerti, specialmente in aree che già affrontano carenze di personale. Tuttavia, il provvedimento mira anche a un rinnovamento. Il ministro Paolo Zangrillo ha dichiarato che uno dei principali obiettivi è quello di “svecchiare” la PA, favorendo l’ingresso di giovani figure professionali, abili nell’uso delle nuove tecnologie e con un approccio moderno alla gestione pubblica.
Il ricambio generazionale come obiettivo della PA
Da anni, la Pubblica Amministrazione italiana presenta un’età media tra le più alte in Europa, con poche risorse sotto i 40 anni. Il taglio delle assunzioni avrà l’effetto negativo di ridurre il numero di dipendenti, ma cercando comunque di favorire un ricambio generazionale: un’opportunità per giovani qualificati che intendono intraprendere una carriera pubblica.
Nonostante l’obiettivo sia chiaro, resta aperta la questione di come bilanciare il ricambio generazionale con il bisogno di esperienza e competenza, fondamentali per garantire continuità e qualità nei servizi. Sarà quindi cruciale strutturare i concorsi pubblici e le relative selezioni in modo da attrarre talenti che siano preparati e motivati ad affrontare le sfide di una PA rinnovata e più agile.
Le prospettive per la Pubblica Amministrazione
Questa riforma solleva interrogativi significativi. Basterà un turnover al 75% per realizzare una trasformazione efficace della Pubblica Amministrazione? E come sarà possibile gestire i periodi di transizione, evitando che la qualità dei servizi ne risenta?
Nei prossimi mesi, Recrytera monitorerà l’andamento di queste misure nelle costanti attività con gli esponenti del settore per comprendere l’impatto effettivo della manovra e le opportunità che essa rappresenta per il sistema pubblico italiano.